Il libro del mese, di Francesco De Filippi: Il cielo sbagliato di Silvia Truzzi

27 Gennaio 2023

Gennaio 2023, Librellula n° 15

 

Oltre l’ostacolo della pietà. Silvia Truzzi e la storia di donne che provano a cambiare colore al proprio cielo.

La felicità è un raggio di sole sporadico in una giornata di pioggia, l’infelicità invece si radica dentro l’anima modificando anche pelle e cuore. Come sostenuto da Tolstoj essa si differenzia da tutti gli altri sentimenti e sembra una condanna senza fine, dove ogni appello si ficca in gola come una lama incandescente. Un marchio di sangue e polvere che attraversa le epoche, e trova riparo solo nel freddo della neve, perché quando tocchi la disperazione fedele compagna di una monotona routine, la morte fa meno paura. Trovarla nel volto di bimba come un nero fiore non ancora sbocciato fa scattare una pietà oltre ogni umana comprensione. Un incrocio di sguardi che uccide più delle monete. Esse non hanno alcun luccichio anzi sono più scure della notte che copre tutte le cose col suo caldo manto. Perché anche le notti per chi è povero hanno un colore diverso. Un fiammifero che resta acceso solo per pochi secondi e il suo caldo bagliore muore prima che la luce si tramuti in desiderio che resta cullato nei cardini del cuore. Una sopita speranza alimentata con la rabbia e l’orgoglio verso un domani migliore, che non faccia vincere ancora una volta il pregiudizio. A tutto questo pensa la piccola Dora, un guscio di noce senza voce alcuna perché lei è figlia del silenzio. Una foglia morta ancora prima di nascere, perché ci sono tanti modi per morire anche restando formalmente vivi. Dora è una bambina senza sogni, non può permetterseli, ci sono altre urgenze da sfamare. Una corsa ad ostacoli in cui non esistono vincitori ma solo vinti, beffati da quel destino che lei ha deciso di cambiare. Lei è una moderna piccola fiammiferaia ma un giorno “ dialogando “ col personaggio andersiano si renderà conto che persino quella sorella romanzata è stata paradossalmente più fortunata di lei nell’infanzia perché lei aveva un affetto da cui tornare e chissà che vita avrebbe avuto se quel Dio non l’avesse richiamata.   La sua partita col destino deve avere un finale diverso, per riscattare tutte quelle come lei. Dora, infatti, è la bambina- donna dei senza. Non ha mai conosciuto i genitori, il padre era un giovane disertore e la madre è morta dandola alla luce.   L’unico parente è una nonna che di Regina ha solo il nome, perché è dispotica, la vera incarnazione della cattiveria. Quello che Dora non sa è che a pochi isolati da lì lo stesso giorno della sua nascita una marchesa arrivista ha partorito una bambina di nome Irene. Due vite che combatteranno strenuamente la condizione femminile, un marchio indelebile che segnerà inevitabilmente la società novecentesca. Nell’omelia della carità e della miseria nascerà un piccolo fiore di speranza, un’amicizia destinata a durare per ogni battito. Nel frattempo la piccola Dora va a servizio dai Benedini commercianti arricchiti che nonostante tutto insieme alla variegata servitù le doneranno una parvenza di famiglia. Per lei questo è un dono ed è così che inizia la sua virata esistenziale e in una notte buia e tempestosa decide che il cielo può attendere. Il fato non deve risarcire solo lei ma anche Irene perché la ricchezza cui Dora aspira in realtà cela al suo interno trappole insidiose e profonde mancanze. Anche la vita di Irene, infatti, è priva d’amore. Ha una salute cagionevole e un animo da crocerossina che pur trovando conforto nella preghiera capisce che la sua vera battaglia è contro quel cielo sbagliato che nel Novecento ha fatto conoscere alla gente una donna che come loro sono una pedina nella scacchiera arrivista degli uomini ma che nelle sue sei lettere è costituita anche lei da sangue e morte. Infine c’è Adele una ragazza docile buona, taciturna ma talvolta espansiva dall’inaspettato spirito guerriero. Se la società la vuole in prima linea, lei preferisce stare nelle retrovie, perché è da lì che può formulare un pensiero in grado di scardinare quello strano motore che a certo punto piccherà forte, catturerà e parlerà di razza, ma quello stesso motore le farà conoscere l’amore ed è per questo che lotterà perché anche una macchia   d’inchiostro su un giornale può fare notizia. Un romanzo a cavallo   tra le due guerre, un affresco universale accurato, una finestra sulla cultura qui ben rappresentata soprattutto da D’Annunzio e Mondadori. Il romanzo però è anche un atto d’amore dell’autrice verso Mantova, con il suo tratto leggero lo stile scorrevole sembra dare alla città e ai personaggi tutte quelle carezze che sul volto hanno gridato troppo a lungo la mancanza di un gesto affettuoso. Una saga familiare avvincente in cui riecheggiano modelli come Dickens, Jane Austen e Sveva Casati Modignani. Un romanzo sul potere ammaliante della bellezza, sulle scalate sociali che non smettono di mostrare il vero volto del dolore soprattutto in un luogo in cui ci si dovrebbe sentirsi sicuri. Sfumature d’amore e odio in ogni forma. Un testo che sfrutta al meglio due concetti far comprendere che l’origine e la provenienza non sono solo un complemento ma è qualcosa di molto più intimo. Si ritrova, infatti, a giocare citando un testo della Busato con il binomio nessuno – qualcuno che diventa così un esergo esistenzialista. Nonostante si abbia quindi l’illusione di comandare la partita c’è un giudice inesorabile pronto a spogliarci di tutte le mani possibili: lo specchio. Esso racconta, infatti, sempre una storia diversa sicuramente più vera perché alla fine sia nei libri sia nella vita tra dolorose perdite e pesanti rinunce si resta con gli affetti che veramente contano.

Francesco De Filippi

Silvia Truzzi è laureata in Giurisprudenza ed è una giornalista. Lavora per il “Fatto Quotidiano” dalla sua fondazione nel 2009. Ha vinto il Premio giornalistico internazionale Santa Margherita Ligure per la cultura nel 2011 e il Premio satira politica Forte dei Marmi, sezione giornalismo, nel 2013. Tra i suoi saggi ricordiamo: Un paese ci vuole (Longanesi 2015); Perché no, scritto insieme a Marco Travaglio (PaperFIRST 2016). Come romanzi, invece, ha pubblicato Fai piano quando torni (Longanesi 2018) e Il cielo sbagliato (Longanesi 2022).

Francesco De Filippi, trentenne, siciliano, dottore in filologia moderna e italianistica, vivo a Casa Santa Erice (TP). Da sempre ho viaggiato con la fantasia. Libri e teatro in particolare mi hanno salvato la vita perché hanno dato un senso al mio passaggio terreno. Ho svolto una gavetta importante con due blog e da qualche anno ho deciso di aprirne uno mio, La casa delle storie, che mi regala emozioni e soddisfazioni quotidiani. Sono amante della buona cucina , della musica e delle serie tv. Per il mio futuro mi auguro che questa storia d’amore coi libri non finisca mai e ringrazio la mia famiglia d’origine e quella editoriale che rendono possibile tutto questo.

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