Gennaio 2023, Librellula n° 15
Il prossimo 10 febbraio la libreria IoCiSto a Napoli avrà il piacere di ospitare Elena Kostioukovitch, che parlerà con Titti Marrone del suo ultimo libro Nella mente di Vladimir Putin edito da la Nave di Teseo.
Elena Kostioukovitch, nata a Kiev quando l’Ucraina faceva ancora parte dell’Unione Sovietica, si è laureata a Mosca e vive a Milano da trentaquattro anni (dal 1996 è naturalizzata italiana). Ha pubblicato o curato più di trenta libri, molti dei quali in Russia. In particolare, ha tradotto dall’italiano in russo sette romanzi di Umberto Eco, saggi dedicati alla storia della cultura europea, antologie di autori italiani, monografie sulla storia dell’arte, e raccolte di poesie. Ha scelto di scrivere direttamente in italiano il romanzo Sette notti, uscito nel 2015 per i tipi di Bompiani.
Nel 2000 ha fondato un’agenzia letteraria, Elkost Intl., che ha fatto conoscere al pubblico occidentale autori russi come Ludmila Ulitskaya, Guzel Yachina, Boris Akunin, Yurij Lotman. In polemica prima col regime sovietico, poi con quello di Putin – da cui si è apertamente dissociata – ha promosso iniziative che ne smentissero la propaganda. Docente universitaria, ha vinto il premio Grinzane Cavour per la traduzione 2003 e il premio nazionale per la traduzione 2007 del Ministero dei Beni Culturali italiano. L’abbiamo intervistata per gli amici de la Librellula.
A suo parere si poteva prevedere che Putin avrebbe invaso l’Ucraina? Perchè molti commentatori – nonostante i precedenti, mi riferisco in particolare alla Cecenia – pensavano si trattasse solo di una minaccia che difficilmente sarebbe diventata realtà?
Che Putin avrebbe invaso l’Ucraina era noto a Biden, che a sua volta lo sapeva dalle principali agenzie di intelligence del mondo.
Vorrei sottolineare questa situazione paradossale: la guerra in fieri era effettivamente nota al cento per cento, ma anche a noi, esperti intenti a seguire le notizie e interpretare i dettagli; naturalmente a Zelensky; era cento per cento sicuro, e nello stesso tempo era assolutamente impossibile crederci.
Da noi, in Europa, le persone normali erano profondamente convinte che fosse impossibile lanciare aerei sulle grandi città europee, lanciare carri armati sui villaggi, lanciare paracadutisti sui tetti degli aeroporti. È quello che fa Osama bin Laden, abbiamo pensato. Gli Stati non lo fanno. Sembrava ancorpiù impossibile visto che Putin non aveva alcun motivo valido per farlo.
Tutti nel mondo glielo chiedevano: cosa vuoi? Che ti manca? Macron e Scholz e i rappresentanti delle principali organizzazioni internazionali venivano a Mosca come si va dal dentista. Doloroso ma necessario. Li faceva accomodare a una tavola bianca lunga nove metri e teneva le lezioni insopportabilmente lunghe e noiose sulla storia fantasmagorica del mondo. Non ha dato nessuna risposta sul perché stesse radunando le truppe al confine. Ha scritto un folle messaggio alla NATO, chiedendole di “smammare” dai luoghi in cui la NATO era di stanza ormai da trent’anni.
Nessuno poteva credere che sulla base di tutte quelle sciocchezze potesse nascere un vero e proprio scontro di eserciti. Un genocidio, distruzione delle città. Non nei film, non in un gioco per computer, ma nella realtà.
Che cosa significa l’Ucraina per Putin? Una zona cuscinetto per proteggersi dall’Occidente? Una provincia necessaria per rafforzare il sistema economico russo? Un modo per “proteggere la popolazione di lingua russa”? O c’è qualcosa di più profondo, di “filosofico”, psicologico e spirituale nell’ideologia putiniana?
In primo luogo, la Russia non ha bisogno di difendersi dall’Occidente, il quale non attacca la Russia; al contrario, l’Occidente ha sempre aiutato la Russia a svilupparsi e a progredire. La “grande cultura russa”, acriticamente adorata qui in Italia sotto l’insopportabile nome di “anima russa”, è la cultura dell’Europa, reinterpretata e trasformata dal materiale russo.
In secondo luogo, la Russia non ha bisogno di espandere il proprio territorio. È un paese di oltre diciassette milioni di chilometri quadri, due volte più grande della Cina e cinquantasei volte più grande dell’Italia.
«Protezione della popolazione di lingua russa» – Non capisco perché dovremmo ripetere la formula di Hitler (“protezione della popolazione di lingua tedesca in Polonia”).
Persino i putiniani più accaniti non lo ripetono più.
Putin sta sviluppando un’ideologia espansionistica basata sull’idea della superiorità dello “spirito russo” (ecco perché è odioso parlare di “anima” di qualsiasi sorta…), che afferma la superiorità di un fantomatico “gene russo speciale”, creando una fusion confusa, illogica e liquida che ormai porta il nome del “mondo russo” o “universo russo” (“Russkij Mir”).
La sua propaganda sta aizzando il popolo russo alla guerra totale contro l’Occidente, contro la civiltà europea, che, lui insinua, stia “andando nel verso sbagliato”. L’ideologia di Putin abbina il suo complesso messianico con il sogno di una militarizzazione della società russa a 360 gradi, dal primo giorno di vita del cittadino fino alla sua morte. Facile immaginare le possibili conseguenze se non lo fermiamo, noi inteso il mondo libero, oggi moralmente capeggiato dall’Ucraina, che si offre eroicamente sull’altare della libertà.
Dugin e Fomenko sono nomi poco noti in Occidente ma popolari in Russia. Personalmente avevo sentito parlare di Dugin e del suo partito nazional-bolscevico solo in Limonov di Carrère, ma me l’ero immaginato come un gruppetto di eccentrici. Nel libro lei spiega benissimo chi siano questi personaggi. Ci può dire quanto davvero influenzino Putin?
Dugin e Fomenko, così come altri teorici della cospirazione ed esoteristi – Nosovsky, oggi vivente, Ilyin, che è un filosofo di cent’anni fa, e il relativamente recente Shchedrovitsky – sono le fonti delle citazioni che i “consiglieri” e gli speechwriters dei discorsi di Putin mescolano, su richiesta del loro capo, per creare l’eclettica teoria del “mondo russo” che è al centro della loro inarrestabile aggressione.
Perché una propaganda così primitiva ha preso il sopravvento?
Perché si possono conquistare milioni di persone solo con l’uso della propaganda più primitiva. Lo dimostrano il fascismo, il nazismo e il “socialismo reale” di Brezhnev. L’ultimo ha conquistato un Paese di 250 milioni di popolazione semplificando le idee di Karl Marx, che in realtà ha scritto opere complicate e piene di senso. Infatti, il vero Marx non poteva essere letto in URSS. Non era disponibile nelle biblioteche. Venivano distribuite solo edizioni semplificate, evirate dalla censura.
Ci spiega il significato della Z simbolo delle truppe d’invasione?
Alla richiesta urgente di un simbolo, è stato incaricato di farlo qualcuno. Questo qualcuno era un idiota. Non ci pensò a lungo e propose una mezza svastica. Si trattava di nuovo di una primitizzazione, alla Putin, di qualcosa che esisteva prima di lui. Si vede che pure la svastica per loro era troppo raffinata. Una svastica dimezzata all’’orda di Putin calza perfettamente.
Putin ha minacciato l’uso di testate nucleari. Pensa che la guerra contro l’Occidente possa sul serio avere un esito così terrificante? Qual è la sua opinione?
Non l’userà, e propongo di avere un po’ meno paura di questo Putin. Non avrà il tempo di inviare missili, gli impianti di lancio sono sorvegliati dalle intelligence occidentali. Saranno annientati non appena si appresteranno a fare danni reali al globo terrestre. Dobbiamo avere più fiducia in noi, nelle forze del progresso e della tecnologia, nella capacità dell’Occidente di resistere al male primitivo.
Chi può fermare Putin e non c’è il rischio che il dopo-Putin sia addirittura peggiore?
Putin può essere fermato da un suo cameriere se gli infila una forchetta nell’occhio. Dopo Putin arriveranno coloro che sono ancora peggio di lui, ma poiché saranno peggiori, più primitivi e più stupidi, falliranno molto più rapidamente di lui. E finalmente ci libereremo da quell’incubo.
Gigi Agnano

foto dal sito https://www.elkost.it/