Febbraio 2023, Librellula n° 16
Laura Imai Messina è una scrittrice italiana che si é trasferita a Tokyo a ventitré anni per perfezionare la lingua e da allora abita stabilmente in Giappone di cui, attraverso i suoi romanzi, narra i luoghi consentendoci di immergerci in una cultura millenaria fatta di parole, scritte e pronunciate, di delicatezza e di cura. L’isola dei battiti del cuore, dopo La vita nascosta dei colori, ci porta a Teshima, una piccola isola a sud-ovest del Giappone dove l’inquinamento e lo sversamento di rifiuti tossici sono stati combattuti con la riqualificazione e la creazione di un museo di arte moderna a cielo aperto, dove è possibile ascoltare i palpiti di tutti coloro che sono passati per l’archivio dei battiti del cuore. Teshima diviene l’occasione per entrare nella vita di Shūichi, della sua famiglia e del piccolo Kenta e per parlare di legami, di affetto e di cura dell’altro.
Seguendoti sui social si comprende come il Giappone per te sia una continua fonte di ispirazione. Dai tuoi viaggi in questa terra nascono romanzi, sempre. Viaggi per scrivere o scrivi per viaggiare? Quanto è importante la dimensione del viaggio nei tuoi romanzi?
Non so quanto conti la dimensione del viaggio. E’ vero che i luoghi che individuo come ambientazione delle mie storie sono talvolta distanti da Tokyo e tuttavia lo stesso Giappone per me è una costante meta di viaggio, il Giappone quotidiano, il Giappone della lingua, il Giappone soprattutto della cultura. Effettivamente viaggio in modo sfrenato stando seduta in un caffè ogni giorno a leggere e a scrivere.
La cura. I tuoi romanzi raccontano storie nelle quali la cura degli altri è protagonista. Cura dei bambini in questa storia, cura dei morti ne Le vite nascoste dei colori. Cura degli affetti e delle emozioni. Questo aspetto delle tue storie nasce più dalla cultura giapponese, quella italiana o da un tuo bisogno personale?
Non sono più in grado di distinguere cosa provenga dal Giappone, cosa provenga dall’Italia, cosa fosse già in qualche modo in nuce in me prima di incontrare sia la cultura giapponese sia la cultura italiana. Da adulta, di ritorno, lo considero tuttavia un aspetto essenziale per la vita condivisa tra le persone, a qualunque latitudine. Nei romanzi cerco di raccontare dei pezzettini di vita e metterli sotto una lente d’ingrandimento. Teoricamente è il Giappone, ma praticamente mi sembra che possa essere qualunque altro luogo del mondo.
Shuichi, Kenta, Onu ce li racconti e ci racconti come tu vedi il legame genitoriale?
Quando si scrive non si racconta necessariamente la propria vita pratica, le scelte che si fanno. Cerco di raccontare gli errori, cerco di immaginare possibili soluzioni. Non sempre sono in grado di affrontare la vita nella stessa maniera in cui lo fanno i personaggi dei miei libri. Mi sembra però con grande onestà di descrivere personaggi imperfetti, ognuno appunto imperfetto alla sua maniera. E così lo sono Shuichi, così la signora Onu e così, in senso diciamo passivo di ricezione, anche Kenta. Sono uno dei tanti modi di essere genitori, figli. E genitore non vuol dire per forza avere un legame di sangue con quello che si considera l’oggetto della propria cura, quindi un figlio.
Ci dici quando e per cosa il tuo cuore fa doki doki?
Il mio cuore fa doki doki per il mio lavoro, per questa sorta di attesa gioiosa, questo cercare di crescere. Per me scrivere è un modo più intenso di vivere. Sia nella vita sia nella scrittura, in tutto ciò che faccio, anche nell’essere madre, io spero sempre di crescere. Agli amici che magari leggono un mio libro mi capita sempre di domandare più che se è bello se sono cresciuta.
Claudia Migliore
Laura Imai Messina: romana, a 23 anni si è trasferita a Tokyo dove ha conseguito un PhD presso la Tokyo University of Foreign Studies. Ha esordito con successo nel 2014 con Tokyo Orizzontale (Piemme). Nel 2018, sempre per Piemme, è uscito Non oso dire la gioia e, nel 2022, L’ isola dei battiti del cuore . Altre sue pubblicazioni: Wa, La via giapponese all’armonia (Vallardi, 2019), Quel che affidiamo al vento (Piemme 2020), Tokyo tutto l’anno (Einaudi 2020) e Le vite nascoste dei colori (Einaudi 2021).
Claudia Migliore è la Presidente dell’Associazione IoCiSto.