Maggio 2022, Librellula n° 11
Donato Zoppo, Un nastro rosa a Abbey Road. Il 1969 dei Beatles il 1979 di Lucio Battisti (Pacini)
Come in ambito televisivo le reti generaliste hanno dovuto fare spazio ai canali tematici anche nel mercato musicale sono venuti meno i tradizionali punti di riferimento: tramontata la vecchia stella polare della rivista (che formava intere generazioni selezionando i dischi “buoni e giusti”), oggi l’appassionato si concentra solo sui suoi artisti preferiti per saperne il più possibile attraverso tutti i canali disponibili, quindi parte dai profili social e dalle enciclopedie on line, passa per biopic e documentari ormai prodotti in quantità industriali, e atterra su libri più o meno voluminosi (e costosi).
Dunque la monografia musicale è oggetto “for fans only”?
Il nuovo libro di Donato Zoppo ci porterebbe a rispondere al tempo stesso no e sì.
No, perché l’oggetto di questo volume sono i Beatles e Battisti (o meglio il duo Battisti-Mogol), ovvero due miti della musica inglese ed italiana che hanno attraversato le generazioni ed anche le fazioni che spesso dividono gli appassionati magari anche per motivi non prettamente musicali (quante persone rigorosamente di sinistra ascoltavano di nascosto Il mio canto libero nonostante i suoi presunti ammiccamenti fascisti? Quanti metallari hanno canticchiato pezzi più o meno soft dei Beatles magari intorno ad un falò venendo meno alla loro immagine di “duri”?)
No, perché l’autore sceglie di raccontare questi miti in due momenti (la fine degli anni Sessanta per i Beatles ed un decennio dopo per Mogol-Battisti) in cui non solo le parabole di questi sodalizi erano prossime all’ultima scena ma anche la società nel suo complesso si avvicinava a dei momenti di svolta; inoltre in entrambi i casi la storia che stava per chiudersi per evidente logoramento dei rapporti personali sarebbe proseguita con altri compagni di viaggio e altre idee, e anche questo è un tema che va ben oltre la fame di conoscenza di un fan per il suo artista del cuore
Si, perché la cura e l’attenzione con la quale Donato Zoppo si addentra nell’universo dei Beatles in fase prossima alla disgregazione farà andare in sollucchero anche i fan più sgamati dei quattro di Liverpool, in particolare per il fatto di soffermarsi su uno dei due presunti gregari cioè quel George Harrison che da semplice amico di Paul Mc Cartney diventa coautore e nell’ultimo album “vero” firma Something ovvero “la più bella canzone d’amore degli ultimi cinquanta anni” secondo la definizione di un certo Frank Sinatra, meritandosi negli anni circa 150 cover.
Si, perché la cura e l’attenzione con la quale Donato Zoppo si addentra nell’universo della coppia Mogol-Battisti in fase prossima alla separazione farà andare in sollucchero anche i fan più sgamati dei due ex amici, in particolare per il fatto di soffermarsi sui dettagli del loro processo creativo, per il rilievo dato al ruolo dei produttori e musicisti stranieri negli ultimi due album firmati insieme, per il racconto minuzioso delle ultime apparizioni pubbliche di Lucio, per la quantità di testimonianze fornite da colleghi critici e appassionati illustri
E poi quante persone conoscete che non amano né i Beatles né Battisti?
Tommaso D’Alterio