Di un thriller scritto bene non si dovrebbe mai parlare molto, svelare troppi indizi della trama. Questo ultimo libro di Martin Rua è un assoluto prodigio narrativo. 1870 l’anno scelto per ambientazione, un anno che risente ancora delle lotte risorgimentali e non riesce del tutto a sentirsi una nazione unita. Simbolo di questa disparità sembrano essere i due protagonisti, uno snob ispettore inviato da Torino per indagare su misteriose morti di giovani donne in un paese del Salento. Sarà affiancato da un medico con un passato e un nome ingombrante: Caracciolo de Sangro. Tra le pagine sentiamo come vivi gli odori delle strade e del cibo, i volti , i suoni, i colori di un Sud assolato e di assoluta bellezza. Le superstizioni, l’esoterismo sono immagini di una cultura resa magnificamente dall’autore.
Consigliato da Donatella Abate